mercoledì 16 marzo 2011

Dylan Dog - Il film (Dead of Night)

Ieri sera grazie all’iniziativa di Grandecinema3 ho potuto gustarmi in anteprima (e gratis!) la visione di questo film.
Dylan Dog è uno dei fumetti più famosi d’Italia, tanto da diventare tra la fine degli anni 80 e primi 90 un fenomeno di costume.
Avete letto qualche albo di Dylan Dog? Bene.
Non l’avete mai letto? Meglio.
A scanso di equivoci, questo NON è Dylan Dog.
Si potrebbe dire che questo è un Dylan Dog di un mondo parallelo.
Le uniche cose in comune con il fumetto sono: il nome del protagonista, il vestito “da lavoro”, la macchina (ma di colore sbagliato) e BASTA!
Detto ciò, sono andato al cinema senza pretese dopo aver sentito voci molto negative su questo film, e poi il fatto che abbiano posticipato di un anno l’uscita non mi ha certo entusiasmato.
Per non parlare del trailer:


Personalmente mi aspettavo peggio.
Il film che dura circa un’ora e mezza scorre molto piacevolmente con un buon ritmo e con gag e battute divertenti grazie anche alla “macchietta” di Marcus (Sam Huntington).
La prima impressione che ho avuto è che fosse una sorta di Underworld più “realistico” e con molte meno battaglie acrobatiche.Tutto sommato è un film gradevole.
Voto: 6 e mezzo.

Passiamo ora ad alcune note e differenze.
Come detto questo film col fumetto ha proprio ben poco da spartire.
Tutti i fan sanno che trasporre fedelmente un personaggio tanto amato come Dylan sul grande schermo è un’impresa ardua se non impossibile. Soprattutto negli States, dove ricordo per chi non lo sapesse, che il personaggio di Groucho viene “modificato” e rinominato Felix negli albi tradotti dalla Dark Horse per non avere beghe legali con gli eredi dei fratelli Marx.
Nel film si vedono alcune foto e delle locandine cinematografiche che riportano a Groucho e i suoi fratelli.
Groucho è la spalla di Dylan e anche lui ha contribuito non poco al successo editoriale del fumetto.

Nel film si accenna appena al fatto che Dylan fosse stato un poliziotto, e non si vedono alcuni co-protagonisti del fumetto. Per chi non legge il fumetto, Dylan era un ex agente di Scotland Yard e praticamente in ogni albo è presente il capo di Scotland Yard nonché vecchio amico/capo di Dylan: l’ispettore Bloch.

Una delle differenze più grandi è che il film è ambientato a New Orleans mentre il fumetto a Londra. Due città “esoteriche” ma molto diverse.Tra le “chicche” presenti nel film ci sono il veliero, e il flauto, e nel film Dylan suona uno stonato “When the Saints go marching in” al posto del “Trillo del diavolo” di Tartini, la targa del maggiolino invece è sbagliata.

Un altro motivo per cui è difficile trasporre Dylan sul grande schermo è il rischio di “plagio” in quanto molte sue avventure sono degli omaggi ai vari film o classici dell’horror.

Nel fumetto di solito Dylan uccide i “mostri” e non se li fa né amici né compari.

La scelta di Brandon “Superman” Routh per impersonare Dylan è abbastanza opinabile: rispetto al personaggio del fumetto è molto più alto, muscoloso, bello e figo. Un po’ come la scelta di Hugh Jackman per il “tappo” Wolverine. Tra gli attori, secondo me il migliore è stato Peter Stormare famoso in Italia soprattutto per il ruolo del gangster John Abruzzi in Prison Break.

Ho letto molto spesso la frase “Dylan Dog torna al cinema”.
Se anche voi siete perplessi, è perché NON ci è mai stato un film su Dylan Dog al cinema.
Il film a cui si riferiscono è Dellamorte Dellamore film del 1994 di Michele Soavi tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi che scrisse prima di creare Dyd, ma che rimase nel suo cassetto per alcuni anni e fu pubblicato nel 1991.


Il romanzo a me è piaciuto molto, e il protagonista è una sorta di prototipo di Dylan Dog, ma molto diverso.Il film invece ha solo il merito di portare sullo schermo il “volto” di Dylan Dog cioè Rupert Everett l’attore a cui Sclavi, Villa e Stano si ispirarono per Dyd.

Ultime riflessioni: a me sarebbe piaciuto vedere finalmente al cinema un film fedele al fumetto, invece qui è un personaggio e una storia molto diversa e per niente originale. Alla fine nemmeno qualche sorpresa tipo l’apparizione o almeno il nome di Bloch o magari Xabaras. Ma forse è meglio così. Si vocifera già di un sequel, ma mi sembra abbastanza improbabile.