giovedì 15 settembre 2011

Attrezzatura subacquea

Una delle mie passioni più grandi è il mare.

Tra l'altro mi diletto a fare un po' di pesca subacquea, e negli ultimi anni ho rinnovato un po' la mia attrezzatura, vuoi perché era abbastanza vecchiotta, vuoi perché la vecchia "è venuta a mancare".

Maschera: Mares Tana

Mares Tana

Il nome del modello è lo stesso di quella che avevo prima, ma solo quello. E sì che sono passati 20 anni, e i progressi tecnologici si vedono e si "sentono". Questa maschera è molto confortevole. Il materiale è ottimo e le "pieghe" alla base del naso offrono un'aderenza ottimale e permettono di non far entrare acqua in fase di compressione. Unica "pecca" è che bisogna "trattare" le lenti le prime volte che si va in acqua. Si prende un accendino (se avete un accendi gas col becco lungo è meglio) e lo si passa sulle lenti sia al'esterno che all'interno. Praticamente questo tipo di silicone crea una patina sulle lenti che le fanno appannare in mare. Dopo due/tre volte di trattamento la maschera non si appannerà più.

Pinne: Cressi Pluma

Cressi Pluma

Anche queste un "classico modernizzato". Ottimo materiale e qualità d'assemblaggio. Leggere e veloci (senza troppe pretese).

Particolare l'alloggio del piede con apertura nella parte inferiore.

Boccaglio: Tigullio

Dopo aver acquistato e usato pochissime volte un boccaglio con valvola inferiore e tubo rigido della Seac, ed essendomi trovato molto male, ho deciso di prendere questo boccaglio in silicone morbido (come noterete dalla prima foto è molto flessibile) che offre meno resistenza in fase di discesa o anche per fare una nuotata un po' più veloce. Anche questo è molto particolare: la forma del "morso" è anatomica e permette una tenuta confortevole anche per molto tempo.

Qualche anno fa comprai il mio fucile attuale, lo Sporasub Stealth 55

Sporasub Stealth 55

Questo fucile ad aria compressa ha due particolarià originali: la sicura è posta sul grilletto in modo da stare più tranquilli, e l'asta è più sottile delle altre di questa misura e permette una precisione maggiore essendo più sottile e più leggera. E' un fucile medio-corto per cui si può pescare nelle tane o a breve distanza.

giovedì 19 maggio 2011

Vive la chanson française 3 - Desireless

Proseguiamo con la carrellata di canzoni francesi che chiamare famose è riduttivo.
Desireless è il nome d'arte di Claudie Fritsch-Mentrop.
Dopo aver debuttato nei primi anni 80 col gruppo Air 89, raggiunge un successo planetario nel 1986
col brano "Voyage Voyage" di  Jean-Michel Rivat e Dominique Dubois.

Il nome che la cantante ha adottato per la sua carriera solista è ispirato ad una filosofia di vita che ha conosciuto durante un viaggio in India. Desireless non è solo un nome è un vero personaggio: androgino, con abbigliamento di solito nero e taglio dei capelli "particolare".

La canzone parla appunto di viaggi e nomina un bel po' di posti esotici. Ottima per imparare la geografia.


Testo:

Au-dessus des vieux volcans
 Gliss' tes ailes sous le tapis du vent
 Voyage Voyage
 Éternellement
 De nuages en marécages
 De vent d'Espagne en pluie d'équateur
 Voyage voyage
 Vol dans les hauteurs
 Au-d'ssus des capitales
 Des idées fatales
 Regarde l'océan

 Voyage voyage
 Plus loin que nuit et le jour {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Dans l'espace inouï de l'amour
 Voyage voyage
 Sur l'eau sacrée d'un fleuve indien {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Et jamais ne reviens

 Sur le Gange ou l'Amazone
 Chez les blacks chez les sikhs chez les jaunes
 Voyage voyage
 Dans tout le royaume
 Sur les dunes du Sahara
 Des îles Fidji au Fuji-Yama
 Voyage voyage
 Ne t'arrêtes pas
 Au-d'ssus des barbelés
 Des cœurs bombardés
 Regarde l'océan

 Voyage voyage
 Plus loin que nuit et le jour {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Dans l'espace inouï de l'amour
 Voyage voyage
 Sur l'eau sacrée d'un fleuve indien {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Et jamais ne reviens

 Au-d'ssus des capitales
 Des idées fatales
 Regarde l'océan
 Voyage voyage
 Plus loin que nuit et le jour {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Dans l'espace inouï de l'amour
 Voyage voyage
 Sur l'eau sacrée d'un fleuve indien {voyage voyage}
 Voyage {voyage}
 Et jamais ne reviens

La canzone è stata inoltre remixata e reinterpretata tra gli altri dalla bella cantante belga Kate Ryan nel 2008:


venerdì 6 maggio 2011

Vive la chanson française 2 - Gerard Blanc

Proseguiamo con un altro pezzo "storico".
Forse in molti non lo ricorderanno, ma il seguente brano ha avuto un enorme successo negli anni 80. Il cantante è Gerard Blanc cantante, musicista, compositore e attore scomparso prematuramente nel  gennaio 2009 a seguito di un'emorragia conseguente un attacco cardiaco avuto nell'ottobre dell'anno prima.
"Un autre histoire" del 1987 è il suo più grosso successo commerciale.

Testo:

On oublie tout, tous les barrages
Qui nous empêchaient d'exister
Quelque chose de neuf a tout changé
Quelque chose et ça m'a fait avancer

On oublie tous les gens, tous les naufrages
Tous les bateaux, touchés, coulés
Je n'sais pas comment ça s'est passé
Je n'sais pas pourquoi j'ai plus peur d'aimer

Elle dit j'imagine des musiques qui se dansent pour toi
Elle dit j'imagine des mots dans le silence pour toi
Des jours et des nuits où la vie recommence comme ça
Encore une fois

Et on démarre une autre histoire
Et on démarre une autre histoire
Mais ça c'est une autre histoire

On oublie tout, tous les nuages
Qui nous cachaient la vérité
Tous les vents du large sont déchaînés
Tous les vents et ça m'fait pardonner

On oublie tous les jours, tous les mirages
Comme un soleil qui s'est couché
Je n'sais pas comment ça s'est passé
Je n'sais pas pourquoi j'ai plus peur d'aimer

Elle dit j'imagine des musiques qui se dansent pour toi
Elle dit j'imagine des mots dans le silence pour toi
Des jours et des nuits où la vie recommence comme ça
Encore une fois

Et on démarre une autre histoire
Et on démarre une autre histoire
Mais ça c'est une autre histoire
Mais ça c'est une autre histoire Ha ha oh
Et on prend un nouveau départ
Et on démarre une autre histoire
Et on prend un nouveau départ
En laissant faire le hasard
C'est une autre histoire

giovedì 5 maggio 2011

Vive la chanson française 1 - Vanessa Paradis (1)

Dopo tanti rimandi apro questa sezione dedicata alle canzoni francesi. Trovo giusto dare un po’ di risalto a canzoni famosissime che magari molti conoscono, ma che i più giovani tendono ad ignorare, o data l’assuefazione a canzoni inglesi, magari snobbano un po’. Per non parlare delle scelte dei discografici italiani…
E poi faccio anche un favore ai miei ex alunni.
Iniziamo in bellezza con Vanessa Paradis!

    

Ex modella e compagna dal 1998 di Johnny Depp dal quale ha avuto due figli. Cantante apprezzata oltralpe sin da quando aveva 14 anni e irruppe nelle classifiche internazionali con il seguente brano:

Joe le taxi

Testo:

Joe le taxi
Y va pas partout
Y marche pas au soda
Son saxo jaune
Connait toutes les rues par coeur
Tous les p'tits bars
Tous les coins noirs
Et la Seine
Et ses ponts qui brillent
Dans sa caisse
La musique a Joe
C'est la rumba
Le vieux rock au mambo

Joe le taxi
C'est sa vie
Le rhum au mambo
Embouteillage
Il est comme ça
Rhum et mambo
Joe - Joe - Joe

Dans sa caisse
La musique a Joe resonne
C'est la rumba
Le vieux rock au mambo bidon
Vas-y Joe
Vas-y Joe
Vas-y fonce
Dans la nuit vers l'amazone

Joe le taxi
Et Xavier Cugat
Joe le taxi
Et Yma Sumac
Joe - Joe - Joe

Joe le taxi
C'est sa vie
Le rhum au mambo
Embouteillage
Joe le taxi
Et les Mariachis
Joe le taxi
Et le cha-cha-chi
Joe le taxi
Et le cha-cha-chi
Vas-y Joe
Vas-y fonce
Dans la nuit vers l'amazone
Joe le taxi
et le cha-cha-chi

mercoledì 16 marzo 2011

Dylan Dog - Il film (Dead of Night)

Ieri sera grazie all’iniziativa di Grandecinema3 ho potuto gustarmi in anteprima (e gratis!) la visione di questo film.
Dylan Dog è uno dei fumetti più famosi d’Italia, tanto da diventare tra la fine degli anni 80 e primi 90 un fenomeno di costume.
Avete letto qualche albo di Dylan Dog? Bene.
Non l’avete mai letto? Meglio.
A scanso di equivoci, questo NON è Dylan Dog.
Si potrebbe dire che questo è un Dylan Dog di un mondo parallelo.
Le uniche cose in comune con il fumetto sono: il nome del protagonista, il vestito “da lavoro”, la macchina (ma di colore sbagliato) e BASTA!
Detto ciò, sono andato al cinema senza pretese dopo aver sentito voci molto negative su questo film, e poi il fatto che abbiano posticipato di un anno l’uscita non mi ha certo entusiasmato.
Per non parlare del trailer:


Personalmente mi aspettavo peggio.
Il film che dura circa un’ora e mezza scorre molto piacevolmente con un buon ritmo e con gag e battute divertenti grazie anche alla “macchietta” di Marcus (Sam Huntington).
La prima impressione che ho avuto è che fosse una sorta di Underworld più “realistico” e con molte meno battaglie acrobatiche.Tutto sommato è un film gradevole.
Voto: 6 e mezzo.

Passiamo ora ad alcune note e differenze.
Come detto questo film col fumetto ha proprio ben poco da spartire.
Tutti i fan sanno che trasporre fedelmente un personaggio tanto amato come Dylan sul grande schermo è un’impresa ardua se non impossibile. Soprattutto negli States, dove ricordo per chi non lo sapesse, che il personaggio di Groucho viene “modificato” e rinominato Felix negli albi tradotti dalla Dark Horse per non avere beghe legali con gli eredi dei fratelli Marx.
Nel film si vedono alcune foto e delle locandine cinematografiche che riportano a Groucho e i suoi fratelli.
Groucho è la spalla di Dylan e anche lui ha contribuito non poco al successo editoriale del fumetto.

Nel film si accenna appena al fatto che Dylan fosse stato un poliziotto, e non si vedono alcuni co-protagonisti del fumetto. Per chi non legge il fumetto, Dylan era un ex agente di Scotland Yard e praticamente in ogni albo è presente il capo di Scotland Yard nonché vecchio amico/capo di Dylan: l’ispettore Bloch.

Una delle differenze più grandi è che il film è ambientato a New Orleans mentre il fumetto a Londra. Due città “esoteriche” ma molto diverse.Tra le “chicche” presenti nel film ci sono il veliero, e il flauto, e nel film Dylan suona uno stonato “When the Saints go marching in” al posto del “Trillo del diavolo” di Tartini, la targa del maggiolino invece è sbagliata.

Un altro motivo per cui è difficile trasporre Dylan sul grande schermo è il rischio di “plagio” in quanto molte sue avventure sono degli omaggi ai vari film o classici dell’horror.

Nel fumetto di solito Dylan uccide i “mostri” e non se li fa né amici né compari.

La scelta di Brandon “Superman” Routh per impersonare Dylan è abbastanza opinabile: rispetto al personaggio del fumetto è molto più alto, muscoloso, bello e figo. Un po’ come la scelta di Hugh Jackman per il “tappo” Wolverine. Tra gli attori, secondo me il migliore è stato Peter Stormare famoso in Italia soprattutto per il ruolo del gangster John Abruzzi in Prison Break.

Ho letto molto spesso la frase “Dylan Dog torna al cinema”.
Se anche voi siete perplessi, è perché NON ci è mai stato un film su Dylan Dog al cinema.
Il film a cui si riferiscono è Dellamorte Dellamore film del 1994 di Michele Soavi tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi che scrisse prima di creare Dyd, ma che rimase nel suo cassetto per alcuni anni e fu pubblicato nel 1991.


Il romanzo a me è piaciuto molto, e il protagonista è una sorta di prototipo di Dylan Dog, ma molto diverso.Il film invece ha solo il merito di portare sullo schermo il “volto” di Dylan Dog cioè Rupert Everett l’attore a cui Sclavi, Villa e Stano si ispirarono per Dyd.

Ultime riflessioni: a me sarebbe piaciuto vedere finalmente al cinema un film fedele al fumetto, invece qui è un personaggio e una storia molto diversa e per niente originale. Alla fine nemmeno qualche sorpresa tipo l’apparizione o almeno il nome di Bloch o magari Xabaras. Ma forse è meglio così. Si vocifera già di un sequel, ma mi sembra abbastanza improbabile.