Autori: Ilaria Ferramosca, Gian Marco De Francisco
Collana: Graphic novel - cronaca
F.to: 17x24 cm., 144 pp., b/n, brossura con alette
ISBN: 978-88-97846-27-7
001 Edizioni
Prezzo: € 16,00
"La mafia non esiste."
E' sempre difficile parlare di un una morte. In particolar modo se è una morte violenta. Ancor di più se è un omicidio. E se questo è di stampo mafioso diventa molto ardua la cronaca.
Il 31 marzo 1984 veniva brutalmente assassinata Renata Fonte, attivista e assessore "scomodo" del comune di Nardò (LE), da sempre in prima linea per la salvaguardia dell'ambiente (nonostante fosse assessore alla cultura) e in particolare contro la cementificazione del parco di Porto Selvaggio, la magnifica marina neretina. A distanza di quasi 30 anni questo omicidio, il primo a stampo mafioso del Salento, sembra che ci sia dimenticati di questa vittima e del processo chiuso con una certa fretta per gli esecutori materiali e il "mandante". Peccato che coloro che avrebbero giovato in maniera concreta dallo zittire per sempre la voce di opposizione più forte, ancora oggi siano rimasti nell'ombra. Nascosti o protetti da altri poteri forti.
A rinfrescarci la memoria ci hanno pensato Ilaria Ferramosca e Gian Marco De Francisco con la bellissima opera "Nostra Madre Renata Fonte".
L'autrice fa "parlare" le protagoniste dirette della tragedia: Sabrina, Viviana e Claudia, rispettivamente le due figlie di Renata e la sua amica più stretta.
In occasione dell'anniversario dell'uccisione della madre le due figlie e Claudia si ritrovano al parco naturale di Porto Selvaggio e tramite una serie di flashback narrano alcuni episodi della vita di Renata fino alla sua morte.
L'artista tarantino Gian Marco De Francisco con i suoi disegni dal tratto molto personale rende la narrazione allo stesso tempo evocativa ed efficace.
Ferramosca con quest'opera è riuscita a narrare l'orrore di una morte così violenta con una sensibilità unica, riuscendo a trasmettere le emozioni così forti per due ragazze ancora adolescenti la cui innocenza e spensieratezza è stata tolta troppo presto.
Alcuni diranno che questo media, il fumetto, non è adatto a narrare questi eventi VERI e molto controversi. Ma diranno anche che Renata è stata "solo" una vittima di un omicidio. E come spesso accade, quando ci sono "poteri forti" di mezzo si tende a far passare in secondo piano certi avvenimenti incresciosi e far passare il tutto sottovoce, non sia mai che qualcuno si ribelli ai vari malaffari.
"La mafia non esiste." Così dicevano i politici e i vari corrotti e collusi prima che scoppiassero le grandi inchieste degli anni ottanta e il maxi processo dove veniva fatta luce su "Cosa Nostra" e la "Cupola".
Ma non c'è bisogno di andare troppo lontano nel tempo o nei luoghi. Ogni volta che un "debole" viene ricattato, che abbassa la testa, che si fa da parte perché glielo "chiede" un pezzo grosso, Renata e gli altri che sono stati ammazzati per le idee in cui credevano, muoiono di nuovo.
Anche senza atti di violenza ogni giorno assistiamo a piccoli e grandi abusi e quando questi vengono scoperti di solito è tardi per porre rimedio, e ci si interroga: come hanno fatto a farla franca fino ad allora? Forse chi doveva controllare o autorizzare certe attività è colluso o corrotto o semplicemente girava la testa dall'altra parte invece di fare il suo lavoro.
"Pensa alla salute, che è meglio".